Il sol dell'avvenire (2023) streaming
Giovanni è un regista impegnato nella realizzazione del suo nuovo film. Sua moglie Paola, anch’essa occupata nel settore cinematografico, è sofferente per la relazione con il marito ed è alle prese per la prima volta con la produzione di un film che non è di Giovanni. Intanto, la storia personale si intreccia con le scene del film che Giovanni sta girando: la trama è incentrata sulla reazione di una sezione locale del Partito Comunista Italiano alla rivoluzione ungherese del 1956. L’intervento armato sovietico, infatti, pose il PCI in una posizione scomoda: il film segue proprio il conflitto tra il personaggio interpretato da Ennio, segretario di un circolo romano del PCI e redattore dell'Unità, e la moglie comunista, interpretata da Vera. La moglie solidarizza immediatamente con la causa ungherese mentre il marito aspetta che sia il partito a prendere posizione e non manca di allinearsi con essa.
Nel frattempo, dopo aver già girato buona parte del film, Giovanni è costretto a interrompere le riprese perché il produttore Pierre, pesantemente indebitato, non ha i soldi per coprire le spese. In seguito ad un grottesco e disastroso colloquio con Netflix per ottenere i fondi necessari per completare le riprese, Giovanni e Paola scelgono come nuovi produttori un gruppo di coreani, entusiasmati dalla sceneggiatura e dal suo finale senza speranza. La sceneggiatura infatti prevede che il film si chiuda con il suicidio per impiccagione del segretario, diviso tra seguire il dovere di partito e l'amore per la moglie, che nel frattempo lo ha lasciato restituendogli la tessera del partito.
Una mattina, Paola confessa a Giovanni di essere in terapia da uno psicologo da diversi mesi e di voler chiedere la separazione: la donna ha anche già affittato da diversi mesi un appartamento, in cui va a vivere da sola. Preso atto che la sua vita coniugale è ormai andata a rotoli (anche se forse lo è sempre stata), Giovanni decide di stravolgere il finale del suo film: il segretario non si impicca più ma sposa la causa dell'amata moglie e con una piccola folla andrà alla storica sede del PCI in Via delle Botteghe Oscure sotto le finestre di Togliatti, riuscendo ad ottenere la svolta desiderata: il giorno dopo, infatti, sul quotidiano "l'Unità" campeggia in prima pagina il titolo "Unione Sovietica addio!", facendo quindi capire che il PCI, differentemente da quanto avvenuto nella realtà, abbia deciso di abbandonare la linea filosovietica. Tutto il cast del film (e di alcuni film precedenti di Moretti) si ritrova a marciare gioioso lungo via dei Fori Imperiali: tutti vestiti in stile anni '50, portano in processione bandiere rosse e una gigantografia di Trockij. Una scritta alla fine della pellicola rivela come, grazie all'abbandono della linea filosovietica da parte del PCI, in Italia sia stata realizzata l'utopia comunista tanto cara a Marx ed Engels.